IL FEMMINISMO DILAGA INCONSAPEVOLE DOVE NON SERVE
Il mio professore di Storia della Lingua Italiana, Erasmo Leso, usava sempre la parola "roba", proprio come Hugo, quello di Lost, diceva sempre "coso" al posto dei nomi.
Diceva anche che la grammatica è educazione. Parlare e scrivere in modo corretto significa permettere all'interlocutore di capire completamente e senza fraintendimenti quello che stiamo dicendo o che abbiamo scritto. Se ci permettessimo di fare errori ed errori diventerebbe una nuova Torre di Babele proprio come quella descritta in quel libro interessantissimo che spiega la mitologia occidentale.
Entrambe
Ci ho provato. Ho provato a fare come Bishop, quello di Fringe, ho provato a pensare-oltre per poter superare la barriera di quello che noi definiamo verosimile o semplicemente "realtà".
Ma non ce l'ho fatta, non sono riuscita a dimostrarlo: no, entrambe è e rimarrà un aggettivo, cioè declinabile, mutevole nella sua desinenza, parte variabile del discorso. Non c'è modo di giustificare il suo uso come avverbio, cioè parte invariabile del discorso.
Entrambe è e resterà questo in analisi grammaticale: aggettivo o pronome numerativo femminile (plurale).
La menata delle concordanze è utilissima per i bambini quando fanno l'analisi grammaticale di nome, articolo e aggettivo e pronome. Nome, articolo e aggettivo/pronome dello stesso gruppo di significato concordano tra loro nel genere e nel numero: saranno tutti maschili o tutti femminili, tutti plurali o tutti singolari, è impossibile sbagliarsi. E se un alunno non sa dire se un nome è maschile o femminile deve semplicemente provare a metterci davanti l'articolo, di cui è più facile ricordare il genere.
Entrambi/entrambe deve dunque concordare con i nomi a cui si riferisce (o che sostituisce, se ha funzione pronominale).
Il Serianni specifica che "entrambi ammette il femminile entrambe" mentre "ambedue è invariabile nell'italiano contemporaneo".
Sul sito dell'Accademia della Crusca viene spiegata la regola delle concordanze proprio sotto la voce entrambe per rispondere al dubbio che sia di genere femminile o neutro. Mi viene da pensare che Serianni consideri quasi illegittimo tale dubbio, al giorno d'oggi, dato che non si pone nemmeno il problema.
Tuttavia l'Accademia specifica questo:
prevede una forma maschile "entrambi" che, come avviene anche per gli aggettivi, viene usata anche nel caso che i due oggetti di riferimento siano uno di genere maschile e uno di genere femminile (es. Marco e Maria hanno 8 anni: entrambi frequentano la terza elementare"), e una forma femminile "entrambe" che si adopera quando il sostantivo cui si riferisce è di genere femminile (es. "entrambe le volte") o quando si rimanda a due oggetti (o persone) diversi, ma ambedue di genere femminile (es. Marta e Maria... entrambe frequentano la...).
Mi pare assurdo dover ancora spiegare come funziona l'italiano: al di là delle proteste femministe che ogni tanto rispuntano, quando si ha un oggetto maschile e uno femminile l'aggettivo, riferito a entrambi (appunto), va declinato come maschile.
Entrambi fa parte di quella che il Serianni chiama "la costellazione dei numerativi per 2" che indicano due membri di un organismo unitario.
Nel paragrafo su questa "costellazione" (VI, 42, Utet 1991) definisce "entrambi" e "ambedue" come aggettivi o pronomi tipici del linguaggio scritto o del parlato formale e spiega che Manzoni decise di sostituirli con un tutt'è due decisamente più familiare e che nella stesura finale dei Promessi Sposi sopravvisse un solo entrambi.
Perciò mi chiedo, con fastidio e spesso ingiustificata ma reale intolleranza, perché tanti giovani sparsi nel web che coltivano blog nella speranza esplicita di diventare giornalisti fanno continuamente errori come questo e non lo sanno? Sembrano scelte vere e proprie, convinzioni. Qualcuno (e più di qualcuno)crede che l'italiano sia questo e nel caso di entrambe riferito al maschile ho il terribile sospetto che credano sia "più corretto" o "più elegante" o addirittura "aulico".
Non credo serva consigliare di avere un vocabolario a portata di mano per fugare i dubbi, è come se a me dicessero di cercare sul vocabolario come si scrive "cane", sono assolutamente certa di scriverlo correttamente e non lo cercherei mai.
Allora, vista l'esistenza di entrambi mi chiedo perché non usarlo. Forse non solo credono che entrambe sia l'unica forma esistente di questo aggettivo numerativo ma anche che sia addirittura un avverbio?
Penso che sarebbe già troppo attribuire un pensiero così articolato a chi usa entrambe concordato a sostantivi maschili.
Perciò è addirittura fantascienza credere che possano averlo scambiato per una forma popolare come "ambedue" che ha inglobato, nel tempo, l'uso di ambidue. Ma si sa che gli aggettivi numerali ("due") sono invariabili pur essendo aggettivi perciò la forma "ambedue" diventata invariabile è più credibile.
Detto questo, ricapitolando l'assurdo, entrambe si usa con i sostantivi femminili, entrambi per i sostantivi maschili o quando compaiono più sostantivi di cui almeno uno di genere maschile.