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mercoledì 28 maggio 2014

Enna, DaWanda e nuove cose di Teo

Nell'ultimo periodo ho trascurato questo blog: dopo i mesi invernali trascorsi in casa con Teo neonatissimo al primo accenno di sole abbiamo cominciato a uscire e non tornare più a casa.
Ora che sono passati cinque mesi penso di poter dire che è Teo è un idolo. Dal giorno in cui è tornato a casa dal fatiscente San Camillo dorme tutta la notte e di giorno è spaziale, è un modello con un sacco di funzioni interessanti. 
Per me stessa ho scelto la modalità autoricarica, seguendo quasi alla lettera i consigli della mia guru Tracy Hogg: per i primi due mesi non mi lasciavo sfuggire nemmeno due minuti di potenziale riposo e poco a poco i miei ritmi, quelli di Teo e quelli di Coinquilino si sono amalgamati in modo naturale in un nuovo equilibrio come se lui fosse sempre stato qui, con il suo lettino e i suoi amici fattoni appesi sopra il fasciatoio.

Non potendo uscire per molto tempo, poiché è stato un inverno super piovoso, sono caduta nella sindrome dell'acquisto online. Le tutine su Zara Mini, i pannolini su Amazon UK, i miei vestiti negli shop vintage e poi la ricerca di cose uniche per Teo, soprattutto nelle piattaforme che ospitano i manufatti di persone creative di varie parti del mondo. Etsy, A Little Market e la mia ultima scoperta, la community di DaWanda: un mercato online di prodotti fatti a mano da circa 250.000 tra giovani designer e marchi indipendenti.





DaWanda è nata a Berlino nel 2006 e da un anno la piattaforma è stata aperta anche a Milano per offrire una vetrina ai creativi, a tutti coloro che supportano l'autoproduzione, agli amanti del fatto a mano e dell’innovazione in campo di moda, design e stile unico. 
Quando mi hanno chiesto di esplorare il sito, scegliere qualcosa e decidere di parlare ai lettori del mio blog di un designer mi sono persa per ore tra gli oggetti meravigliosi proposti. Per non fare troppa confusione ho aperto una "lista di preferiti" dove inserivo le cose che mi colpivano di volta in volta e ho imparato a curiosare nelle liste dei venditori più vicini al mio gusto per arrivare, attraverso le loro scelte, ai prodotti più interessanti anche per me.

Quindi ho fatto il mio ordine, scegliendo ovviamente qualcosa per l'angolo di Teo, qualcosa di unico, non banale, qualcosa che fosse in parte ancora da costruire, insomma qualcosa che fosse in linea con ciò che piace a me. 
Tra tutti i designer ho scelto enna, le sue illustrazioni mi piacciono tantissimo perché raffigurano animali in modo semi stilizzato e alcune sono strutturate. Il suo stile è modernissimo ma è uno stile "bambino", proprio come piace a me.
Ho scelto tre animali di cartoncino da montare e un metro-poster favoloso!

Per ora ecco le foto di ciò che enna mi ha mandato e alcune prese dal suo shop su DaWanda, al più presto posterò anche la sistemazione che gli avrò dato nell'angolo di Teo.









E infine... questa cassetta di I Am Recycled (magari personalizzata con la scritta "I giochi di Teo") sarà probabilmente il mio prossimo acquisto su DaWanda.
Non è spaziale?




mercoledì 16 aprile 2014

Stella McCartney Kids: il plagio

Come recita la famosa canzone, "per fare un tavolo, ci vuole il legno".
Infatti per fare un ricamo ci vuole il cotone colorato, il telaio, le forbici, l'ago, la stoffa e soprattutto un disegno da riprodurre. Si può riprodurre qualsiasi cosa, soprattutto a punto erba: chi non ha avuto una provvidenziale SuorLaura, nella storia della propria infanzia, che gli ha insegnato questo banalissimo punto passe-partout?


Ecco quello che ho fatto io per decorare una T-shir bianca di Teo: ho plagiato la fantastica supergeniale Stella McCartney. Ah io la stra adoro! La sua linea per nani poi è un sogno! 
Perciò come sempre nel segno della scrausità, anziché investire 37 euro per due bodies, ho deciso di rispolverare gli insegnamenti di SuorLaura.

sabato 29 marzo 2014

Printic


Erano anni che non vincevo qualcosa! Annissimi! L'ultima volta ero alle elementari e vinsi un peluche rispondendo a un quiz alla radio, fu talmente figo che ancora ricordo le emozioni provate.
Quindi questa è la seconda volta che vinco qualcosa (se escludiamo le vincite metaforiche della vita, e sarebbe un elenco davvero esteso) e per la precisione ho vinto un giveaway.
In realtà un paio di settimane fa ho commentato il post di Ilaria non solo per partecipare al giveaway ma anche perché in palio c'erano delle stampe offerte da un'applicazione per smartphone che io già utilizzo da un po' e volevo lasciare scritta la mia esperienza. Tra l'altro credevo che Ilaria avrebbe preferito premiare qualcuno che non conosceva ancora questa App molto carina, facile da usare e comoda. Grazie Ilaria!

venerdì 21 febbraio 2014

Creatività compulsiva: l'ambiente intorno a Teo secondo me



In gergo si chiama makeover. 
Ecco il makeover dell'angolo di Teo, quella porzione di stanza che è tutta sua e che è ancora in fieri. Probabilmente quando cambieremo casa non avrò ancora finito di sistemarla ma io non ho fretta, mi piace tenere sempre qualcosa in ballo da fare.
In realtà più che un rifacimento è un continuo perfezionamento attraverso la sistemazione di dettagli che ovviamente interessano solo a me perché Teo ancora non può apprezzarli e coinquilino li trova divertenti e utili solo alla mia soddisfazione personale, che non è poco.
Io tuttavia penso che per Teo sia importante vivere in un ambiente stimolante e rilassante allo stesso tempo.


Questo carillon e le scarpine delle ultime foto sono due bellissimi regali di una delle tante zie fatine di Teo.




Ho deciso di cambiare i pomelli dell'Expedit (qui com'era prima): ho scelto questi di Zara Home a forma di nuvoletta. Erano bianco panna di plastica: con una mano di primer e una di vernice, quella avanzata della parete con cui ho anche dipinto le cassette della frutta (qui), ora sembrano di legno!





Ho appeso le marionette di cartapesta con cui mio padre e mia madre animavano le storie che mi raccontavano quando ero piccola, presto lo potremo fare noi per Teo.


Ho realizzato una nuova altalena e l'ho messa sopra culla con i miei vecchi pupazzi, quelli di Teo per ora sono in fondo al lettino ma il mio prossimo progetto prevede dei contenitori per i suoi futuri giocattoli.


Nel lettino, un fantastico Stokke che ci hanno girato degli amici già trifigliati, ho creato un riduttore arrotolando e cucendo due cuscini e infilando metà della federa sotto il materasso per bloccarli. Teo adora dormire qui, si addormenta facendo delle lunghe chiacchierate con tutti suoi amici di pezza e di peluche.
Abbiamo scelto quasi solo prodotti Stokke perché è chiaro che siamo ormai convinti che tutto ciò che arriva dal Nordeuropa è figo, sobrio, essenziale, efficiente, estetico. Chissà se è vero.
Comunque abbiamo letto, passeggino, marsupio, ovetto, vaschetta per il bagno, sacco-nanna, materasso, lenzuola, borsa per il cambio e il mitico seggiolone Tripp Trapp che ci hanno regalato i nostri amici.
Che figata.








Oltre a Zara Mini, la linea di Zara per i nani da 0 a 9 mesi, devo bloccare anche  Smallable, sito abbastanza proibitivo quanto a prezzi (giusto con saldi si può trovare qualcosa di accessibile) pieno di cose fantastiche: non solo abbigliamento ma anche decorazioni e giocattoli e tanto altro. Io ho ordinato questa tutina di lana super morbidissima con un pompon sul cappuccio.

domenica 17 novembre 2013

TAVOLINO DIY E UN BLOG SUPER BELLO

Ho un fiuto eccezionale per i blogger nordeuropei. Li adoro!
L'ultimo che ho scovato è quello di Manuela Hardy, mrs-hardy.com, architetto e interior designer norvegese e madre di tre figli. Il suo blog è ricco di progetti DIY per nulla scontati ma tutti caratterizzati dalle linee estetiche tipiche del design nordeuropero: originale ma non stravagante, pulito ma non freddo e realizzato con materiali facilmente reperibili. 

Rubandole le immagini (ma vi prego di visitarlo perché questa è una minuscola parte del suo archivio) vi propongo un progetto DIY che vorrei realizzare: un tavolino da salotto fatto con blocchi di legno e una mensola dello scaffale HYLLIS di Ikea (qui).


L'occorrente dunque è questo:

1 dei ripiani a una Hyllis di Ikea (9,99 euro) 
4 blocchi di legno 10x10x30cm (o dell'altezza che preferite)
2 tavole di legno 10x1x59cm

Trapano con punte e viti per legno.

Eventuale smalto colorato per legno, o impregnante trasparente, primer e smalto per il ripiano di acciaio.

Io faccio tagliare i blocchi di legno dal falegname per comodità e per non trasformare il mio soggiorno in una segheria, ma per realizzare il tavolino non serve essere Mastro Geppetto, basta osservare le fotografie*!





* tutte le immagini di questo post sono di Manuela Hardy.

giovedì 31 ottobre 2013

COME FARE UNA LAMPADA CON IL TRICOTIN

Ricordate il post sulle lampadine nude (qui)? Mi piacciono tantissimo e si possono personalizzare combinando materiali diversi.
Tra tutte le idee che ho raccolto nella board di Pinterest ho scelto di fare quella ispirata dal tutorial dell'autrice del blog appuntidicasa.com.
Il suo tutorial potete trovarlo qui, questa invece la mia variante un poì più "faidate", perché per realizzare la copertura del filo elettrico ho usato il tricotin.


Ecco l'occorrente:- filo elettrico molto sottile (magari quello doppio bianco o trasparente)- presa e portalampada con interruttore (quello con il tasto è di plastica, quello con la catenella è in genere di metallo dorato quindi richiedono due procedure diverse per essere tinteggiati)- carta Vetrata - primer, smalto colorato e pennello- palle di legno o qualsiasi altro "accessorio" vogliate usare per decorare la lampada - tricotin e lana o cotone (per ferri 3-3,5)


Come prima cosa ho preparato il portalampada e le palline colorate. Per dipingere il portalampada, dato che è di plastica, l'ho scartavetrato un po' e gli ho dato una mano di primer e poi l'ho dipinto con della vernice colorcartadazzuchero. Ho usato la vernice avanzata dalla tinteggiatura di una parete della mia stanza ma l'ideale sarebbe farlo con lo smalto. Ho usato la stessa vernice per le palline di legno ma senza primer.

Se preferite un portalampada con catenella che di solito è di metallo potete usare anche la vernice spray. Li vendono i negozi più "storici" e i migliori sono quelli che hanno la base da collegare alla lampadina di porcellana bianca (ne ho usato uno per la lampada a sospensione sul tavolo del mio salotto qui). 

Alternative alle palline possono essere due o tre cubi di legno di diverse misure sovrapposti oppure un pezzo di tronco bucato al centro, privato della corteccia e tinteggiato oppure lasciato nature, oppure potete usare altri oggetti come ho fatto io per la lampada di Coinquilino: un piatto ormai rotto della sua batteria.

Mentre aspettavo che si asciugasse la vernice ho tricotinato il filo (ho usato la lana perché il cotone che vedete nella foto alla fine era troppo sottile). Prendete dei gomitoli da ferri 3-3,5, magari nei cestoni abbandonati di qualche merceria oppure online (ha aperto uno shop Ilaria Chiaratti! qui), io con meno di mezzo etto ho ricoperto 4 metri di filo.

Poi infilate il filo elettrico nel tubolare che avete realizzato, disponete le palline, attaccate il portalampada e la presa e wow! Io ero super soddisfatta quando ho visto il risultato finale, praticamente saltellavo.

Per appenderlo avete varie possibilità: farlo passare sul soffitto partendo dalla luce centrale e poi lasciarlo pendere dall'alto (in questo caso la presa non serve ma dovete calcolare bene la lunghezza che vi occorre) oppure attaccarlo a una presa e poi appenderlo al muro con un gancio a L o, come ho scelto di fare io, con una staffa da mensola (in questo caso tre metri di filo elettrico sono sufficienti).

Detto questo, ecco le mie due lampade, frutto della noia dello spiaggiamento da modalità-cetaceo di questo ultimo periodo di attesa!




mercoledì 30 ottobre 2013

La strada verso la semplicità#5/PASSATO E PRESENTE

Sto per uscire da questo corpo e ancora non ho fatto il punto della situazione, mi mancano un mucchio di cose essenziali ma come prima cosa ho pensato a creare un ambiente che fosse allo stesso tempo stimolante e riposante per Teo.
Avendo scelto di non usare una camera almeno per i primi mesi e cercando una via di mezzo tra l'estrema autonomia professata da Tracy Hogg e il cosleeping caldeggiato da Jacopo Fo, abbiamo deciso di dividere la nostra grande stanza da letto in due ambienti utilizzando un mobile-separé.
Ora Expedit, il mobile separé che oramai da un anno campeggia in tutte le case di tutti noi che non ci possiamo permettere un falegname, altro non è che la copia del mobile che mio padre costruì negli anni Ottanta come contenitore per i giocattoli miei e di mia sorella. Questo mobile ancora esiste ma non l'ho potuto portare da Brescia a Roma perché è pesantissimo, mi sono limitata a portare alcuni cubi colorati che entrano perfettamente negli spazi di Expedit.



I colori dei cubi sono accesi e forse tra un po' mi stancherò e li dipingerò ma per ora ho deciso di non farlo: evocano troppi fantastici ricordi della mia infanzia, così come questo cavallino di legno (anch'esso opera di quel genio di creatività e modestia del Max) e la sedia di Zia Maria, il cui gusto arredativo è testimoniato dalla foto qui a lato, che comprende anche la poltrona con ZioVito incluso. Teo li adorerà.
Tutti questi oggetti collegano il passato al presente e mi rassicurano e vorrei che questa sensazione di continuità  arrivasse anche a Teo.









Per illuminare ho creato una nuvola con i paralumi di carta e l'ho fissata al soffitto, inserendo la lampadina soltanto in uno. Mi piacerebbe riempire di più: tra un po' farò un'altra scorta di Regolit (paralumi in carta di riso), dato che alla prima escursione per non fare l'esosa ne ho comprati soltanto quattro. Anche qui l'ispirazione è arrivata da un'immagine scovata su Pinterest.

Al momento nell'Expedit c'è un po' di tutto oltre ai cubi e ai cassetti: i miei pattini di quando facevo le medie e trascorrevo le domeniche pomeriggio al Palatenda di Brescia, i libri che non hanno trovato spazio negli scaffali in corridoio e all'ingresso, un orso di peluche d'antiquariato comprato anni fa a Piazza Loggia, lo stereo per le pennichelle musicali di Coinquilino.









Pinterest è stato di ispirazione anche per queste altalene: ecco dei rami di castagno direttamente dalla Casanelbosco bucati e appesi con delle corde. 
Anche portare qui un po' di Casanelbosco mi piace: in questo blog ci sono tante foto, per esempio qui, qui, qui e qui.

Di base io non amo i peluche ma nel tempo ne ho ricevuti in regalo e li ho conservati: a sinistra un regalo di Laura di dieci anni fa, per farmi compagnia quando mi sono trasferita a Roma e a destra Giacomo, addirittura da un luna park del 1997. Come dice Coinquilino, io sono tutta psicologia: la stessa cosa se non evocasse altro da sé finirebbe in un attimo nella spazzatura, pur di levarla dalle scatole.







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