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mercoledì 27 novembre 2013

PALLETS, INSONNIA E LETTURE


In questo periodo di notte non riesco proprio a dormire. Dormo un paio d'ore di mattina e il resto del giorno sogno di brevettare una gravidanza di otto mesi, combatto l'indigestione, la ritenzione idrica e il bruciore di stomaco. Fantastico degrado! 
Qualche notte fa ho letto per intero il libro di Chiara Cecilia Santamaria, Quello che le mamme non dicono (Rizzoli). Ecco, non avrei dovuto farlo.
Innanzi tutto non avrei dovuto farlo di notte, perché la prima parte è divertente, catartica, liberatoria ma mi ha fatta identificare molto. Esclusa la parte "sorpresa" della scoperta della gravidanza (che poi è il punto di partenza del libro e del blog della Santamaria), mi sono ritrovata nel suo punto di vista sui nove mesi che tutti descrivono come magici, bellissimi, favolosi, indimenticabili. Per me questi nove mesi sono stati positivi, ma la magia della gravidanza non mi ha rapita. La gravidanza è scomoda!
Il problema è che davvero è stato facile identificarmi nella prima parte del libro, anche perché racconta della gestazione e io sono arrivata al nono mese: mi sono ritrovata in tutto, alla fine ogni gravidanza è uguale e diversa dalle altre.
Ma già a un terzo del libro inizia il racconto del parto e della maternità e lì è iniziata una lettura ansiogena da cui non riuscivo a staccarmi.
Ma questo libro non è stato descritto da tutti come simpatico, divertente se non esilarante? Forse andava aggiunta l'indicazione "non leggerlo durante una notte insonne".

In ogni modo mi sono fatta sopraffare dall'ansia (cosa abbastanza semplice visto che sono abitata da un nano di almeno due chili e mezzo e da una popolazione di ormoni impazziti) per una giornata intera. 

Dopo tre giorni finalmente il mio corpo mi ha dato la possibilità di reagire, ovvero sono riuscita a dormire, di notte, quattro ore di fila e quindi la giornata era tutta a mia disposizione!

Avrei potuto dedicarmi a lavatrici, pavimenti coperti di polvere, panni da stirare ma ragionando ho pensato che sarebbe stato uno spreco di energie positive, così ho preso le cassette della frutta che mi ero procurata un mese fa con l'intenzione di "farne qualcosa" e le ho dipinte. Con l'intenzione di farne qualcosa tipo un contenitore con le rotelle, o una mensola, o un contenitore senza rotelle.



Come sei prevedibile! Direbbe Coinquilino.
Infatti fare ciò ha scacciato i pensieri negativi della lettura notturna e mi ha riportata in un ecosistema di ottimismo e positività.

Le inquadrature non sono il massimo, ma con l'abitazione che mi ritrovo sul davanti non riesco a mettermi in posizioni decenti per fotografare e quindi mi sono dovuta accontentare.




mercoledì 30 ottobre 2013

La strada verso la semplicità#5/PASSATO E PRESENTE

Sto per uscire da questo corpo e ancora non ho fatto il punto della situazione, mi mancano un mucchio di cose essenziali ma come prima cosa ho pensato a creare un ambiente che fosse allo stesso tempo stimolante e riposante per Teo.
Avendo scelto di non usare una camera almeno per i primi mesi e cercando una via di mezzo tra l'estrema autonomia professata da Tracy Hogg e il cosleeping caldeggiato da Jacopo Fo, abbiamo deciso di dividere la nostra grande stanza da letto in due ambienti utilizzando un mobile-separé.
Ora Expedit, il mobile separé che oramai da un anno campeggia in tutte le case di tutti noi che non ci possiamo permettere un falegname, altro non è che la copia del mobile che mio padre costruì negli anni Ottanta come contenitore per i giocattoli miei e di mia sorella. Questo mobile ancora esiste ma non l'ho potuto portare da Brescia a Roma perché è pesantissimo, mi sono limitata a portare alcuni cubi colorati che entrano perfettamente negli spazi di Expedit.



I colori dei cubi sono accesi e forse tra un po' mi stancherò e li dipingerò ma per ora ho deciso di non farlo: evocano troppi fantastici ricordi della mia infanzia, così come questo cavallino di legno (anch'esso opera di quel genio di creatività e modestia del Max) e la sedia di Zia Maria, il cui gusto arredativo è testimoniato dalla foto qui a lato, che comprende anche la poltrona con ZioVito incluso. Teo li adorerà.
Tutti questi oggetti collegano il passato al presente e mi rassicurano e vorrei che questa sensazione di continuità  arrivasse anche a Teo.









Per illuminare ho creato una nuvola con i paralumi di carta e l'ho fissata al soffitto, inserendo la lampadina soltanto in uno. Mi piacerebbe riempire di più: tra un po' farò un'altra scorta di Regolit (paralumi in carta di riso), dato che alla prima escursione per non fare l'esosa ne ho comprati soltanto quattro. Anche qui l'ispirazione è arrivata da un'immagine scovata su Pinterest.

Al momento nell'Expedit c'è un po' di tutto oltre ai cubi e ai cassetti: i miei pattini di quando facevo le medie e trascorrevo le domeniche pomeriggio al Palatenda di Brescia, i libri che non hanno trovato spazio negli scaffali in corridoio e all'ingresso, un orso di peluche d'antiquariato comprato anni fa a Piazza Loggia, lo stereo per le pennichelle musicali di Coinquilino.









Pinterest è stato di ispirazione anche per queste altalene: ecco dei rami di castagno direttamente dalla Casanelbosco bucati e appesi con delle corde. 
Anche portare qui un po' di Casanelbosco mi piace: in questo blog ci sono tante foto, per esempio qui, qui, qui e qui.

Di base io non amo i peluche ma nel tempo ne ho ricevuti in regalo e li ho conservati: a sinistra un regalo di Laura di dieci anni fa, per farmi compagnia quando mi sono trasferita a Roma e a destra Giacomo, addirittura da un luna park del 1997. Come dice Coinquilino, io sono tutta psicologia: la stessa cosa se non evocasse altro da sé finirebbe in un attimo nella spazzatura, pur di levarla dalle scatole.







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