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venerdì 2 aprile 2010

MISSPELLED




Un po' di tempo fa ho formulato alcuni pensieri che mi frullano in testa da sempre. Chiunque potrebbe dire che "ho del buon tempo", e sarebbe un'espressione molto calzante e molto brescianstyle.
Chiunque, ma non chi mi conosce bene.
Il punto di partenza di quello che ho scritto è un famoso racconto di Gianni Rodari, A levargli l'acca. Per chi ama la carta è nel Libro degli errori, sennò c'è Google.
Perché le CHIESE, rimaste senz’acca, crollarono sotto i bombardamenti? Perché le CIESE non esistono, è una parola senza significato!

Acca – non già consonante afona – non toglie di per sé il significato alla parola nel momento in cui il nostro interlocutore la comprende per assonanza (associazione mentale per mezzo del suono): la parola non perde il significato (come concetto astratto) né perde il suo significato (nella sua fattispecie).

Perché dal cielo caddero giù i CHERUBINI? Perché a levargli l’acca, era stato come levargli le ali: i CERUBINI non esistono!
L’essere e i suoi attributi: il non essere implica la non esistenza degli attributi. I cerubini caddero giù perché non esistono, ma il non esistere implica ogni suo attributo, e quindi anche le ali, perciò i cerubini non hanno comunque le ali, e quindi non possono volare, e quindi caddero giù.

Perché le chiavi [a levargli l’acca] non aprivano più? Perché se le CIAVI non sono CHIAVI, non possono aprire le porte!
La comprensione è lo spazio tra la parola e il suo significato.
L’errore di ortografia non è maleducazione (perché non permette, potenzialmente, al nostro interlocutore di capirci) nel momento in cui il nostro interlocutore, per associazione dovuta all’assonanza, comprende (comunque) il significato della parola.
Dunque: i cerubini esistono, e qualche volta l’errore crea il discrimine tra il parlare con sapore e il parlare senza sapore.

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